La completezza della ricerca artistica di Vesna Pavan si evince nello sguardo che essa volge all’Europa, ricca di pregnanze novecentiste, fino ad arrivare ai grafismi orientali tipici del Giappone, così eleganti nell’interpretazione segnica, e alle inflessioni Pop americane, che si sviluppano nell’assetto di una nuova personalissima teoria del colore. La fisionomia del cromatismo pavaniano si erige sull’impiego prevalente dei colori complementari e sul concetto del contrasto tonale.
I colori non vengono mai diluiti per realizzare il chiaro-scuro, mentre viene privilegiato all’accostamento di colori complementari con il fine di esaltarne la sensazione luminosa. È proprio questa negazione oggettiva del chiaro-scuro a rompere i ponti con la tradizione accademica che colloca Vesna Pavan nell'Olimpo dell'avanguardia.
I lavori di Vesna Pavan mettono a fuoco un quadro esistenziale molto delicato, che indaga in profondità la crisi d’identità della donna d’oggi, la quale subisce continue pressioni a causa di una società sempre più esigente, canalizzandole verso una notevole responsabilità estetica.
UNA NUOVA TEORIA DEL COLORE
Recensione critica a cura di SABRINA FALZONE